Stadio Roma, 9 arresti per tangenti tra cui presidente Acea
ROMA (Reuters) – Nove persone, tra cui imprenditori, politici e il presidente della multiutility romana Acea Luca Lanzalone, sono state arrestate questa mattina nell’ambito di un’inchiesta della Procura su una serie di tangenti pagate per la costruzione del nuovo stadio della AS Roma (ASR.MI).
Lo ha annunciato oggi la Procura della Capitale durante una conferenza stampa.
L’indagine, basata prevalentemente su intercettazioni ambientali captate nella sede del gruppo del costruttore Luca Parnasi, riguarda una presunta associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e a delitti contro la Pubblica amministrazione nelle procedure per realizzare lo stadio.
Oltre a Lanzalone e Parnasi – il primo ai domiciliari, il secondo in carcere -, sono stati arrestati il vice presidente del Consiglio regionale del Lazio Adriano Palozzi, di Forza Italia, e il consigliere ed ex assessore all’Urbanistica Michele Civita, del Pd. Sia Palozzi che Civita sono agli arresti domiciliari.
Complessivamente gli arresti sono nove: per sei è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per tre gli arresti domiciliari. Altre sette persone risultano soltanto indagate.
Le accuse, a vario titolo, vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione, dall’illecito finanziamento al traffico di influenze.
RAGGI: NOI DALLA PARTE DELLA LEGALITA’
Il pm Paolo Ielo, che coordina l’indagine insieme alla sostituta Barbara Zuin, ha detto che l’AS Roma e la sindaca Virginia Raggi non “c’entrano niente” con i fatti contestati.
“Noi siamo dalla parte della legalità” ha commentato Raggi, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla vicenda a margine di una conferenza alla sede della Stampa estera.
Lanzalone, avvocato genovese specializzato in diritto societario, era arrivato a Roma, contattato dall’amministrazione M5s, proprio per occuparsi del dossier dello stadio. Successivamente è stato indicato dalla sindaca (il Campidoglio ha il 51% di Acea) come presidente della multiutility.
Secondo gli inquirenti l’avvocato, consulente a titolo gratuito del Comune dal gennaio 2017, avrebbe ricevuto da parte di persone legate al gruppo Parnasi la promessa di incarichi e consulenze per 100.000 euro.
Per Parnasi, scrive il gip nell’ordinanza di arresto citando alcune intercettazioni “le erogazioni agli esponenti politici sono un vero e proprio investimento d’azienda […] è un investimento che io devo fare… molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre…che manco te le racconto’”, afferma, non nascondendo tra l’altro le sue mire anche sulla costruzione dello stadio del Milan utilizzando sempre lo stesso modus operandi.
Non è stato possibile ottenere un commento da parte di Acea sulla vicenda, né dalla regione Lazio né dalla AS Roma.
La società di Parnasi non ha risposto alle telefonate.
FINANZIAMENTI ANCHE ALLA LEGA
Nella lunga ordinanza di arresto, il gip riferisce anche di finanziamenti che Parnasi avrebbe fornito alla Lega.
Nel corso di un’intercettazione citata dal gip l’imprenditore “precisa che allo stato non hanno ancora concluso nulla con la Lega, ma in passato hanno erogato complessivi 250.000 euro all’associazione ‘Più Voci’ ed aggiunge che dovrebbe trattarsi delle elezioni di due anni prima”. Parnasi, si legge ancora nell’ordinanza, incarica un collaboratore di retrodatare il pagamento, fatto da una sua società, e di farlo risultare a Radio Padania.
Il procuratore aggiunto Ielo ha ricordato oggi però che Parnasi ha erogato denaro alla politica con finanziamenti in alcuni casi leciti e in altri illeciti su cui sono in corso verifiche.
UN DOSSIER COMPLICATO
La vicenda del nuovo stadio romano, che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle, nel sud della Capitale, con un investimento da 1,2 miliardi di euro, comincia formalmente nel 2014, quando si firma l’accordo tra Comune di Roma (guidato dal centrosinistra) e la società Stadio della Roma (Sdr).
L’impianto, che deve essere costruito dalla Eurnova di Parnasi, non sarà di proprietà del club giallorosso, ma della società statunitense As Roma Spv Llc che, dal 2011, possiede la maggioranza del club e controlla al 100% la stessa Sdr. La squadra potrà utilizzare lo stadio per almeno 30 anni.
Nel febbraio 2017 la nuova giunta Raggi dà parere “non favorevole” al progetto, che prevede anche la realizzazione di varie infrastrutture e di un “business park” con tre grattacieli. Il Campidoglio chiede lo spostamento dell’impianto (pur all’interno della stessa area dell’ex ippodromo) e il taglio delle cubature.
A giugno dello stesso anno, dopo che il progetto è stato modificato con la scomparsa dei grattacieli, la giunta approva la nuova delibera con cui si definisce lo stadio opera di interesse pubblico. Poi la parola passa alla conferenza dei servizi, a cui partecipano vari enti e anche la Regione, che a dicembre dà il via libera con una serie di prescrizioni, tra cui una variante del piano regolatore.
Ora, entro il 12 luglio l’amministrazione deve rispondere a una trentina di osservazioni presentate da cittadini e associazioni alla variante e predisporre la delibera per il consiglio comunale di Roma, che dovrà poi essere inviata alla Regione Lazio per l’adozione definitiva.
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Secondo il sito di Sdr, i lavori per lo stadio dovrebbero cominciare già quest’estate, per terminare nel 2020-21, sempre che l’indagine della Procura non porti a sospensioni.